Una rendicontazione smart, leggera e strategica per chi vuole crescere (senza mille burocrazie)
Con l’arrivo del pacchetto “Omnibus”, lo scenario cambia radicalmente per le piccole e medie imprese europee. Se la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) diventa fuori portata per chi ha meno di mille dipendenti, arriva una nuova soluzione pensata proprio per loro: lo Standard VSME.
Uno strumento volontario, ma altamente strategico. Creato per aiutare le PMI a raccontare la propria sostenibilità in modo semplice, concreto ed efficace. Vediamo perché potrebbe diventare il nuovo alleato per la competitività delle imprese italiane.
Cos’è il VSME?
Il Voluntary Sustainability Reporting Standard for non-listed SMEs è il nuovo standard di rendicontazione ESG pensato per le micro, piccole e medie imprese non quotate. Lo ha sviluppato l’EFRAG, l’organo che affianca la Commissione Europea nel disegnare le nuove regole del gioco in materia di sostenibilità e reporting.
L’obiettivo? Offrire alle PMI un percorso sostenibile per parlare di sostenibilità, senza dover affrontare la complessità e i costi degli obblighi normativi previsti per le grandi aziende.
A cosa serve davvero?
Il VSME non è solo un esercizio di trasparenza: è uno strumento strategico. Ecco cosa permette di fare:
- rispondere alle richieste dei grandi clienti che chiedono ai fornitori dati ESG chiari e coerenti.
- migliorare l’accesso al credito: le banche e gli investitori premiano le aziende che parlano la lingua della sostenibilità.
- gestire meglio i rischi e le opportunità legati all’ambiente, alla società e alla governance.
- contribuire attivamente alla transizione verso un’economia più equa, verde e inclusiva.
Com’è fatto lo standard VSME?
Il cuore dello standard è diviso in due moduli, pensati per adattarsi alle diverse esigenze delle imprese:
- Modulo base
include 11 requisiti essenziali di divulgazione (emissioni, salute e sicurezza, dati sul personale…) e rappresenta il livello minimo per aderire al VSME. È perfetto per iniziare, senza caricare troppo le risorse aziendali. - Modulo completo
per chi vuole andare oltre. Aggiunge 9 requisiti extra su temi più avanzati come i rischi climatici, gli obiettivi di riduzione delle emissioni, i diritti umani. Il modulo completo si costruisce sopra a quello base, offrendo una fotografia ESG più approfondita.
Ogni modulo è corredato da guide metodologiche chiare e operative. E per facilitare l’utilizzo, il VSME include anche tre appendici:
- Appendice A: come strutturare politiche aziendali solide su temi ESG.
- Appendice B: le principali questioni ambientali, sociali e di governance da monitorare.
- Appendice C: come contestualizzare i dati in linea con le normative europee.
Una novità importante: niente più doppia materialità
Rispetto alla CSRD, il VSME non impone l’analisi della doppia materialità. Un cambiamento significativo: niente più obbligo di analizzare contemporaneamente l’impatto dell’azienda sul pianeta e viceversa.
Al suo posto, c’è un approccio più leggero: “se applicabile”. Le PMI dovranno concentrarsi solo sulle informazioni davvero rilevanti per loro. Meno complessità, più concretezza.
Perché adottarlo? Ecco i benefici concreti per le PMI
Più competitività: parlare di sostenibilità oggi è un passaporto per accedere a nuovi mercati, clienti e collaborazioni.
Reputazione solida: un report ESG ben fatto costruisce fiducia, dentro e fuori l’azienda.
Gestione più efficiente: individuare impatti e sprechi è il primo passo per migliorare e risparmiare.
Finanziamenti più accessibili: banche e investitori amano le imprese che si raccontano con chiarezza.
In sintesi
Il VSME non è solo un nuovo standard.
È un trampolino di lancio per quelle PMI che vogliono giocare d’anticipo, posizionarsi come attori responsabili e farsi trovare pronte nella nuova economia sostenibile.
Una rendicontazione pensata per fare meno fatica, ma più strada.